Oggi
vorrei rendervi partecipi di una lettura interessante.
Spolverando
la libreria e scartabellando fra i numerosi libri che la affollano,
ho ritrovato un testo che avevo dimenticato di avere.
Ciò
che leggerete di seguito è tratto da “La cucina a impatto (quasi)
zero” di Lisa Casali (il suo fortunatissimo blog è www.ecocucina.org) e Tommaso
Fara, Ed. Gribaudo.
Consiglio
a tutti di leggerlo.
In
questi tempi di crisi e dopo anni di grande spreco in ogni senso,
credo sia importante considerare quanto, in tempi privi di una
politica consumistica, vigeva il principio del “non si butta via
niente”.
Credo
che questi due autori, con il loro testo, siano riusciti in modo
chiaro, semplice e dettagliato, a comunicare l'importanza del saper
acquistare e “consumare” in modo intelligente, sano, naturale ed
ecologico..
Questo
è l'estratto che vi dedico oggi.
Spero
vi incuriosisca a tal punto da acquistare il libro. Merita e il viso di Lisa ispira totale fiducia, non credete?
immagine di Claudia Castaldi
“PERCHÉ DOVREMMO MANGIARE QUELLO CHE FINO A IERI ABBIAMO BUTTATO VIA”
tratto
da “La cucina a impatto (quasi) zero"
di
Lisa Casali e Tommaso Fara
Ed.
Gribaudo
“Se
badiamo ai nostri comportamenti abituali in cucina e a tavola,
possiamo osservare che siamo abituati a scartare una notevole parte
delle materie prime che utilizziamo. Lo facciamo per abitudine, per
tradizione, per comodità, anche per estetica, senza mai domandarci
se si tratta di un comportamento giustificato. É velenoso quello che
scartiamo? No di sicuro. É veramente non commestibile o - almeno –
così povero di nutrienti da giustificarne l'eliminazione? Nemmeno.
E
non si tratta di proporzioni trascurabili, soprattutto se teniamo
conto del fatto che già il coltivatore “toeletta” frutta e
verdura prima di immetterle sul mercato.
Se
guardiamo la tabella in questa pagina, osserviamo che lo scarto
raramente scende sotto il 20%.
Molte
parti delle materie prime che utilizziamo vengono scartate solo
perché “si è sempre fatto così”: si eliminano le foglie
esterne di molte insalate perché preferiamo il cuore, più tenero e
spesso più bianco ( ma assai meno saporito e meno ricco di
clorofilla...) ; si scartano i torsoli del broccolo siciliano, del
broccolo romano e del cavolfiore, perché “duri”, ignorando che ,
se sbucciati e tagliati a fettine sottili, cuociono in un attimo e
sono morbidissimi; si gettano le foglie sommitali di sedano e
finocchio, che invece sono tenerissime e saporite; non si conservano
le foglie verdi di cipolle, porri e aglio fresco, e nemmeno quelle di
rape, ravanelli e barbabietole: saltate in padella, diventano tutte
un gradevole complemento per le frittate.
Le
bucce e i torsoli della frutta, poi, vengono eliminati senza pietà (
hanno addirittura inventato appositi strumenti per sbucciare e
detorsolare senza fatica ).
In
tavola non arrivano mai, eppure sono autentici concentrati di
sostanze benefiche!
Vediamo,
ora in una rapida carrellata, i motivi nutrizionali che suggeriscono
di non gettare, anzi, di valorizzare questi “scarti”.
AGRUMI
Il
sottobuccia contiene sostanze antibiotiche naturali, enzimi,
vitamine, sali che non sono presenti in uguale concentrazione della
polpa.
É
dunque importante non buttarlo, e farne uso nell'alimentazione
quotidiana.
Per
quanto riguarda i limoni, oltre al succo, adatto per le verdure crude
come condimento, al posto dell'aceto, o per le spremute di succo
d'arancia, di questi frutti potrebbe essere consumato tutto : la
scorza, l'albedo ( la parte bianca della buccia ) contengono limonene
e altri limonoidi, sostanze aromatiche con attività antitumorali e
anticolesterolo.
Ma
le proprietà preventive e terapeutiche del limone sono numerose: è
molto utile per i diabetici, in quanto la presenza di acido citrico
abbassa il tasso di zuccheri del sangue. É un antisettico e un
battericida, tutto il frutto è ricco di vitamina C, mentre la
vitamina A si trova solo nella scorza.
UVA
Le
foglie della vite, strepitose dal punto di vista gastronomico,
proteggono dalle vene varicose; i vinaccioli e i semini dell'uva
hanno proprietà anticolesterolo. Nella cucina greca esistono ricette
di riso e carne cucinati sopo essere stati avvolti nelle foglie di
vite. In commercio è reperibile, sia pure con qualche difficoltà,
l'olio di vinaccioli.
PATATE
Le
bucce delle patate sono commestibili: bisogna solo fare attenzione a
non consumarle dopo la germinazione o se presentano chiazze verdi.
FORMAGGI
Se
si utilizzano le croste dei formaggi è molto importante lavare bene
la superficie esterna per evitare di ingerire muffe ma, a parte
questo, non vi sono controindicazioni. Particolarmente pregiate sono
le croste del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano, che alcuni
negozi di latticini vendono in confezioni a parte, a basso prezzo.
Un
possibile uso, assai apprezzato, è aggiungerle in piccoli pezzi al
minestrone di verdure.
LISCHE
E TESTE DEI PESCI, CARAPACE DEI CROSTACEI
Il
carapace dei crostacei, ricco di calcio, può essere mangiato se
“trasformato” ( sciolto con limone, tritato, ecc. ); lo stesso
vale per le lische dei pesci, rese commestibili e non pericolose
dalla tostatura.
Quanto
alle teste dei pesci, non vanno mai gettate e vengono utilizzate,
insieme a verdure ed erbe aromatiche, per preparare il fumetto. Se
invece vengono rosolate, fatte a pezzi e frullate si trasformano in
una gustosa soupe de poisson da assaporare con
l'accompagnamento di crostini di pane abbrustoliti, e forniscono
all'organismo un notevole apporto di calcio.”
Buona lettura!
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