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martedì 28 gennaio 2014

"LA CUCINA A IMPATTO (QUASI) ZERO" : UN MONDO DA SCOPRIRE

Oggi vorrei rendervi partecipi di una lettura interessante.
Spolverando la libreria e scartabellando fra i numerosi libri che la affollano, ho ritrovato un testo che avevo dimenticato di avere.
Ciò che leggerete di seguito è tratto da “La cucina a impatto (quasi) zero” di Lisa Casali (il suo fortunatissimo blog è www.ecocucina.org) e Tommaso Fara, Ed. Gribaudo.



Consiglio a tutti di leggerlo.
In questi tempi di crisi e dopo anni di grande spreco in ogni senso, credo sia importante considerare quanto, in tempi privi di una politica consumistica, vigeva il principio del “non si butta via niente”.
Credo che questi due autori, con il loro testo, siano riusciti in modo chiaro, semplice e dettagliato, a comunicare l'importanza del saper acquistare e “consumare” in modo intelligente, sano, naturale ed ecologico..

Questo è l'estratto che vi dedico oggi.
Spero vi incuriosisca a tal punto da acquistare il libro. Merita e il viso di Lisa ispira totale fiducia, non credete?
immagine di Claudia Castaldi



PERCHÉ DOVREMMO MANGIARE QUELLO CHE FINO A IERI ABBIAMO BUTTATO VIA”
tratto da “La cucina a impatto (quasi) zero"
di Lisa Casali e Tommaso Fara
Ed. Gribaudo
Se badiamo ai nostri comportamenti abituali in cucina e a tavola, possiamo osservare che siamo abituati a scartare una notevole parte delle materie prime che utilizziamo. Lo facciamo per abitudine, per tradizione, per comodità, anche per estetica, senza mai domandarci se si tratta di un comportamento giustificato. É velenoso quello che scartiamo? No di sicuro. É veramente non commestibile o - almeno – così povero di nutrienti da giustificarne l'eliminazione? Nemmeno.
E non si tratta di proporzioni trascurabili, soprattutto se teniamo conto del fatto che già il coltivatore “toeletta” frutta e verdura prima di immetterle sul mercato.
Se guardiamo la tabella in questa pagina, osserviamo che lo scarto raramente scende sotto il 20%.
Molte parti delle materie prime che utilizziamo vengono scartate solo perché “si è sempre fatto così”: si eliminano le foglie esterne di molte insalate perché preferiamo il cuore, più tenero e spesso più bianco ( ma assai meno saporito e meno ricco di clorofilla...) ; si scartano i torsoli del broccolo siciliano, del broccolo romano e del cavolfiore, perché “duri”, ignorando che , se sbucciati e tagliati a fettine sottili, cuociono in un attimo e sono morbidissimi; si gettano le foglie sommitali di sedano e finocchio, che invece sono tenerissime e saporite; non si conservano le foglie verdi di cipolle, porri e aglio fresco, e nemmeno quelle di rape, ravanelli e barbabietole: saltate in padella, diventano tutte un gradevole complemento per le frittate.
Le bucce e i torsoli della frutta, poi, vengono eliminati senza pietà ( hanno addirittura inventato appositi strumenti per sbucciare e detorsolare senza fatica ).
In tavola non arrivano mai, eppure sono autentici concentrati di sostanze benefiche!
Vediamo, ora in una rapida carrellata, i motivi nutrizionali che suggeriscono di non gettare, anzi, di valorizzare questi “scarti”.


AGRUMI
Il sottobuccia contiene sostanze antibiotiche naturali, enzimi, vitamine, sali che non sono presenti in uguale concentrazione della polpa.
É dunque importante non buttarlo, e farne uso nell'alimentazione quotidiana.
Per quanto riguarda i limoni, oltre al succo, adatto per le verdure crude come condimento, al posto dell'aceto, o per le spremute di succo d'arancia, di questi frutti potrebbe essere consumato tutto : la scorza, l'albedo ( la parte bianca della buccia ) contengono limonene e altri limonoidi, sostanze aromatiche con attività antitumorali e anticolesterolo.
Ma le proprietà preventive e terapeutiche del limone sono numerose: è molto utile per i diabetici, in quanto la presenza di acido citrico abbassa il tasso di zuccheri del sangue. É un antisettico e un battericida, tutto il frutto è ricco di vitamina C, mentre la vitamina A si trova solo nella scorza.


UVA
Le foglie della vite, strepitose dal punto di vista gastronomico, proteggono dalle vene varicose; i vinaccioli e i semini dell'uva hanno proprietà anticolesterolo. Nella cucina greca esistono ricette di riso e carne cucinati sopo essere stati avvolti nelle foglie di vite. In commercio è reperibile, sia pure con qualche difficoltà, l'olio di vinaccioli.


PATATE
Le bucce delle patate sono commestibili: bisogna solo fare attenzione a non consumarle dopo la germinazione o se presentano chiazze verdi.


FORMAGGI
Se si utilizzano le croste dei formaggi è molto importante lavare bene la superficie esterna per evitare di ingerire muffe ma, a parte questo, non vi sono controindicazioni. Particolarmente pregiate sono le croste del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano, che alcuni negozi di latticini vendono in confezioni a parte, a basso prezzo.
Un possibile uso, assai apprezzato, è aggiungerle in piccoli pezzi al minestrone di verdure.



LISCHE E TESTE DEI PESCI, CARAPACE DEI CROSTACEI
Il carapace dei crostacei, ricco di calcio, può essere mangiato se “trasformato” ( sciolto con limone, tritato, ecc. ); lo stesso vale per le lische dei pesci, rese commestibili e non pericolose dalla tostatura.

Quanto alle teste dei pesci, non vanno mai gettate e vengono utilizzate, insieme a verdure ed erbe aromatiche, per preparare il fumetto. Se invece vengono rosolate, fatte a pezzi e frullate si trasformano in una gustosa soupe de poisson da assaporare con l'accompagnamento di crostini di pane abbrustoliti, e forniscono all'organismo un notevole apporto di calcio.”

Buona lettura!

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