Pagine

giovedì 26 maggio 2011

SERATA TRA AMICHE

Ieri sera, dopo un pomeriggio passato a sfogliare vecchi album di fotografie, cercando di interpretare le emozioni sui nostri volti di bambine, adolescenti e di giovani donne, io e Anna abbiamo concluso la giornata con una bella cenetta anche se improvvisata. E’ stato un pomeriggio intenso, intriso di ricordi e di emozioni, ci è scappata qualche lacrima ma anche tante risate cariche di auto ironia. Il tempo è passato talmente in fretta che erano quasi le nove quando mi sono decisa a preparare qualcosa per cena e non potevo certo deludere la mia ospite, che si aspetta sempre che operi la mia Magia in cucina, per cui ho aperto il frigorifero e scelto gli ingredienti per un primo piatto veloce da preparare. Ad Anna è piaciuto molto e anche il critico più severo (io ovviamente) ne è rimasto soddisfatto. Ci siamo scoperte così affamate che ci siamo dimenticate di scattare una foto al piatto!

Tagliatelle di farro al radicchio rosso e pesto di noci.
Ingredienti:
Tagliatelle di farro Le Farrette gr 250, 1 radicchio rosso, mezza cipolla, un cucchiaio di pesto di noci bio, olio evo, sale, pepe, zenzero in polvere.

Portare a bollore abbondante acqua per la cottura delle tagliatelle. Tritare la cipolla e farla stufare nell’olio caldo con pepe e zenzero aggiungendo un paio di cucchiai di acqua calda appena comincia a rosolare (in questo modo la cipolla si ammorbidisce senza soffriggere e risulta molto più digeribile). Tritare anche il radicchio, dividendolo prima in quattro parti nel senso della lunghezza e tagliandolo poi a listarelle. Aggiungere il radicchio alla cipolla e farlo stufare a fuoco medio. Nel frattempo cuocete le tagliatelle. Quando il radicchio sarà cotto aggiungere una cucchiaiata di pesto di noci e mescolare per amalgamare il tutto, aggiungete le tagliatelle scolate e fate saltare il tutto per un minuto (io di solito preparo il condimento della pasta in un salta pasta con fondo di ceramica e mi trovo benissimo).
Servire subito con una spolverata di parmigiano, se lo gradite, e un buon bicchiere di vino rosso. Buon appetito!  :-)





lunedì 23 maggio 2011

COME DARE IL BENVENUTO ALL'ESTATE !!!

Qualche post fa abbiamo parlato dell'uso degli oli essenziali in cucina.
Il caldo è arrivato e l'estate bussa alla porta!
Apriamola con entusiasmo e proviamo questa gustosa ricetta!




MARINATA PER TONNO FRESCO ( dosi per 500 gr. di tonno fresco )





¼ di litro di vino bianco secco

1 spicchio d'aglio

1 cipolla affettata

1 cucchiaio di olio d'oliva

1 pizzico di sale

¼ cucchiaino di pepe nero in grani

1 goccia di olio essenziale di limetta

1 goccia di olio essenziale di finocchio



Versa il vino bianco in un recipiente abbastanza grande da contenere il tonno e aggiungi l'aglio, la cipolla, il sale e il pepe. Mescola gli oli essenziali di limetta e di finocchio, con l'olio d'oliva e ungi il tonno impregnandolo bene, poi metti nel vino bianco. Lascialo coperto per 3-6 ore. Cuocilo sulla griglia o in bianco e usa la marinata per una salsa.



COME INVENTARE UNA RICETTA




Spesso, in passato, per preparare un nuovo piatto seguivo esattamente le indicazioni di ricette trovate sui libri o su riviste e non mi avventuravo mai alla cieca nella preparazione di un nuovo piatto, poi ho iniziato a mescolare ingredienti e spezie seguendo l’istinto e l’olfatto, o semplicemente cercando di amalgamare gli ingredienti a disposizione seguendo l’ispirazione del momento.

Oggi vi propongo una ricetta nata dalle mie capacità di alchimista (come le definisce Anna): ossia ho riunito quello che il frigo offriva. Il risultato è stato un primo dal sapore delicato ma gustoso, molto apprezzato anche dal mio compagno (non che il suo giudizio sia sempre imparziale: aggiunge sempre del peperoncino in polvere ai piatti ma una sera ho sbagliato barattolo e ho messo in tavola la cannella al posto del peperoncino… risultato? si è mangiato un piatto di spaghetti con cozze e vongole alla cannella! Abituato a farmi da cavia nei miei esperimenti culinari, quella sera non ha fatto commenti :-) e io mi sono accorta dell’errore solo a cena finita!).




Torniamo alla ricetta di oggi, la quantità di ingredienti usati è indicativa ed è stata abbondantemente sufficiente per due persone (una delle quali è abituata a fare un” richiamino” notturno prima di mettersi in viaggio per tornare a casa).


Fusilli di farro con crema di piselli e dadolata di verdure


Ingredienti:
Fusilli di farro gr.200, 1 zucchina, ½ peperone rosso, una manciata di piselli surgelati, paprica dolce, zenzero in polvere, timo, olio extra vergine di oliva, sale


Ho infornato il peperone per una decina di minuti e poi l’ho chiuso qualche minuto in un sacchetto in modo da poterlo pelare facilmente. L’ho tagliato quindi a listarelle e poi a quadretti. Ho tagliato a cubetti la zucchina e l’ho fatta saltare nell’olio caldo al quale avevo già aggiunto la paprica, zenzero e timo, dopo qualche istante ho aggiunto anche il peperone. Nel frattempo ho messo a bollire i piselli surgelati in poca acqua e ho pensato di ridurli in crema con il mixer ad immersione, frullandoli assieme a buona parte dell’acqua di cottura (avendo deciso di usare i fusilli come pasta ho pensato che una crema di piselli avrebbe amalgamato meglio i sapori piuttosto che lasciare i piselli interi). Ho aggiunto la purea di piselli alle altre verdure e ho salato il tutto, infine ho aggiunto alle verdure i fusilli cotti al dente in abbondante acqua salata e ho saltato il tutto per un minuto a fuoco vivo.
Ecco qui il risultato….con una spolverata di pecorino grattugiato…spero vi piaceranno.













giovedì 19 maggio 2011

COME ACQUISIRE MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA IN CUCINA








Siamo veramente consapevoli di cosa mangiamo? Molto spesso le nostre scelte a tavola sono frutto di una tradizione legata a ritmi e ad uno stile di vita profondamente mutati negli ultimi decenni o, ancora più spesso, di studi di marketing operati dall'industria alimentare, che ci spingono all’acquisto di prodotti meglio pubblicizzati ma non necessariamente di qualità. Credo fermamente che ognuno di noi debba essere libero di decidere il tipo di alimentazione che preferisce, se seguire quindi una dieta vegetariana, vegana o onnivora, ma questa libertà dovrebbe essere figlia di una profonda conoscenza delle varie tipologie di alimenti e di come funziona la complessa e meravigliosa macchina che è il corpo umano, ed essere quindi una scelta consapevole.

Una buona educazione alimentare dovrebbe iniziare in giovane età ma non è mai troppo tardi per apportare modifiche al nostro stile di vita. Spero che nei post che seguiranno possiate trovare utili informazioni e gustose ricette per un’alimentazione sana e naturale ma non per questo meno gustosa. Buona lettura!



Monia









Da “Conoscere e cucinare i Cereali” di Walter Pedrotti edito da Demetra




I CEREALI

Una famiglia importante



Nell’alimentazione moderna specialmente nei Paesi ricchi, i cereali risultano essere piuttosto “fuori moda”, nonostante ancora oggi costituiscano a livello mondiale la principale risorsa alimentare per l’uomo. Nel nostro Paese di avena, orzo, segale, miglio, farro si fa un consumo decisamente molto ridotto quando addirittura nullo; solo il riso, il frumento e il mais sembrano essere riusciti a conservare ancora qualche attenzione da parte dei consumatori, per quanto anche il loro uso sia andato calando rispetto al passato e che comunque li si preferisca nella loro forma “impoverita”, siano cioè massicciamente raffinati.

Eppure i nostri bravi cereali si prestano tutti a essere consumati nella loro forma integrale, in svariati modi, a tutti i pasti e in tutte le stagioni. Alimenti versatili, possono essere impiegati sotto forma di chicchi, di germogli, di fiocchi, di farine. Basta solo conoscerli un po’. E in effetti negli ultimissimi anni -con la diffusione dell’interesse per un’alimentazione naturista, quando non vegetariana, e della revisione, anche in campo medico e scientifico, di alcune convinzioni che negli ultimi anni avevano determinato l’aumento di prodotti di origine animale o raffinati- si è fatta strada una tendenza che ha ridato credito ai cereali. La loro riscoperta è andata perciò di pari passo con la rivalutazione di un’alimentazione meno adulterata, nella quale si presti una maggior attenzione agli alimenti consumati nella loro forma integrale.

Nelle prossime pagine vi guideremo dunque in un piccolo viaggio attraverso i diversi cereali, quindi presenteremo alcuni semplici modi per cucinarli nel rispetto di alcune regole fondamentali che stanno alla base di un’alimentazione più sana e rispondente alle esigenze del nostro organismo.

Un consistente ricettario cercherà infatti di far conoscere anche i cereali meno conosciuti, quelli accantonati dall’incedere impetuoso e non sempre auspicabile del “progresso”.

Buon appetito!



Meglio se integrali


Nella loro forma integrale, non raffinati, essi possono vantare una composizione discretamente equilibrata in proteine, zuccheri, grassi, Sali minerali pur essendo caratterizzati dalla notevole presenza di amido, uno zucchero complesso che può arrivare a costituire quasi l’80% circa del peso di un chicco di riso. Contengono inoltre varie vitamine, tra cui quelle del gruppo B (B¹, B² ecc) e PP. Purtroppo però, una malintesa intenzione di perfezionamento, tipica della nostra civiltà, in meno di un secolo ha completamente stravolto le potenzialità insite in questi alimenti. Si è infatti sempre più diffusa l’abitudine alla raffinazione.

Con l’introduzione della macinazione con mole l’acciaio, cha hanno sostituito quelle tradizionali a pietra, si è passati infatti alla produzione su scala sempre più vasta di farine bianche. La fibra grezza (cellulosa, emicellulosa, lignina) di cui sarebbero ricchi i cerali non raffinati, sparì così come neve al sole dalle tavole sulle quali prima arrivava preservata grazie alla mancanza di tecniche di raffinazione progredite. I cereali e le farine raffinati, ricchi di valori calorici, risultano poveri di molti importanti elementi che costruirebbero il loro originario patrimonio e che sono contenuti negli strati esterni dei chicchi o nel germe, eliminati con la raffinazione. La fibra grezza, o crusca, per esempio, pur non essendo digeribile dal nostro organismo, è in grado si svolgere funzioni importantissime. Consente anzitutto di aumentare il volume delle feci e, con la sua azione debolmente lassativa, favorisce il transito intestinale con notevoli vantaggi: aiuta a risolvere problemi di stitichezza, limita il contatto della massa fecale con le pareti dell’intestino, riduce il ristagno della materia fecale impedendo fermentazioni che aumentano la possibilità di infiammazioni, contribuisce all’eliminazione del colesterolo ecc..

Gli alimenti integrali - e i cereali in primo luogo – caratterizzati dalla conservazione di quasi tutte le loro componenti, sarebbero perciò di per se stessi alimenti equilibrati, privi di eccessi. Potrebbero consentire un’alimentazione ricca di principi bionutrizionali (enzimi, oligoelementi, vitamine, amminoacidi essenziali ecc.) che sono reperibili però solamente nei prodotti naturali, non raffinati, “vivi” (che mantengono cioè la potenzialità di originare una nuova vita). Gli alimenti raffinati, per contro, risultano essere cibi devitalizzati, “morti” (cioè privati, nel caso dei cereali, della capacità di trasmettere la vita). Senza considerare che, normalmente, vengono trattati con svariati prodotti di sintesi chimica sia nella fase della coltivazione sia nella conservazione o nella loro trasformazione.

I cereali di cui si parla in queste pagine sono perciò solamente quelli integrali, puliti solamente delle componenti più esterne e improponibili per il nostro apparato digestivo.




PRODOTTI BIOLOGICI

Perché i cereali, come pure gli altri prodotti coltivati, siano al meglio delle loro qualità, è indispensabile che siano ottenuti in modo che risultino privi di residui tossici. L’agricoltura moderna ha infatti introdotto nelle coltivazioni un massiccio uso di fertilizzanti e pesticidi di sintesi chimica. Dovrebbero quindi provenire da terreni coltivati con metodi naturali, biologici o biodinamici.

Alimenti integrali che non siano anche di provenienza biologica sono un vero e proprio controsenso. I cereali provenienti da coltivazioni nelle quali non vengano praticati metodi biologici infatti, soprattutto quando siano proposti nella loro forma integrale, finiscono per essere un vero e proprio concentrato di sostanze pericolose, che in gran parte si ritrovano proprio sulle parti esterne del chicco e, perciò, sulla nostra tavola. Risulta perciò particolarmente opportuno rivolgersi direttamente ai produttori o alla ormai vasta rete di commercializzazione di prodotti diffusa in tutta la Penisola, che è in grado di documentare sia la provenienza dei prodotti proposti sia il tipo di coltivazione.




Carne? No, grazie!

Complessivamente nella storia dell’alimentazione umana la carne è stata per millenni solamente un alimento occasionale,integratore in una dieta basata essenzialmente sui vegetali, e sui cereali in modo particolare. Solo da qualche decennio a questa parte, particolarmente nei Paesi ricchi, la carne e i suoi derivati sembrano essere diventati indispensabili sulla nostra tavola, tanto che pare non possa essere possibile farne a meno.

Anche considerazioni anatomiche e fisiologiche, oltreché storiche, depongono a favore dell’opinione che gli alimenti-base per la specie umana non possono essere che quelli di origine vegetale. Se un alimento-base è quello in grado di fornire proteine, grassi, zuccheri e vitamine in proporzione ottimale rispetto ai bisogni dell’organismo, gli alimenti derivati dalla macellazione di animali non solo risultano essere poco indicati alla conformazione del nostro apparato digerente, ma si rivelano squilibrati nell’apporto di vitamine, zuccheri e Sali minerali di cui sono assai carenti, pur essendo molto ricchi di proteine.

Sono decisamente numerosi e vari i disturbi legati a un eccesso nel consumo di carne e dei suoi derivati; basti dire che, nel complesso, gli alimenti derivati dalla macellazione di animali creano nel sangue un ambiente tossico e l’elevato numero di tossine che contengono costringe il fegato a un super-lavoro, con inevitabile formazione di acido urico. L’intossicazione e l’acidificazione del sangue provocano un eccitamento del cuore, delle arterie, delle vene, del sistema nervoso; possono provocare artritismo, malattie coronariche, facilitare l’arteriosclerosi, affaticare le vie urinarie e il sistema renale. I prodotti derivati dalla macellazione di animali sono inoltre ricchi di tossine accumulate sotto forma di antibiotici e vaccini o di ormoni e prodotti somministrati contro le stesse norme di legge, per favorire l’accrescimento rapido del bestiame. Al momento della macellazione, peraltro, sono inevitabilmente prodotte dall’animale una serie di sostanze tossiche che entrano immediatamente in circolo, senza contare che la decomposizione dei tessuti (putrefazione) comincia subito dopo la morte.

Un altro elemento non meno importante che depone a favore di un’alimentazione che, privilegiando i vegetali e particolarmente i cereali, limiti drasticamente l’apporto della carne e dei suoi derivati, è legato alle considerazioni che possono essere fatte a proposito della combinazione dei cibi. Il nostro corpo non è, infatti, una macchina che possa triturare e digerire tutto; produce succhi gastrici specifici per poter affrontare le diverse sostanze che sono introdotte attraverso l’alimentazione. Da una buona combinazione dipende la semplificazione del processo digestivo. Lo stomaco, per esempio, non secerne un solo tipo di succo gastrico, ma lo calibra a seconda dei diversi alimenti.

Quando mangiamo cibi ricchi di amidi (farine, pasta, pane, riso, polenta, orzo, patate ecc.), il processo digestivo ha inizio in bocca, a opera di un enzima della saliva che, soprattutto con una masticazione accurata, trasforma gli zuccheri complessi (quali sono per l’appunto gli amidi) in zuccheri semplici. Una buona insalivazione consentirà la produzione di un succo poco acido e neutro nello stomaco, che non interferirà con l’azione svolta dall’enzima che si trova nella bocca e che lavora al meglio in un ambiente non-acido.

Quando invece ingeriamo alimenti altamente proteici, il processo digestivo ha inizio solamente nello stomaco, a opera di un enzima attivato dall’acido cloridrico, la pepsina. La digestione viene successivamente completata grazie all’azione di altri enzimi presenti nell’intestino tenue. Di conseguenza, dalla combinazione di pasta e carne – tipico accostamento della cucina italiana – avranno origine diversi problemi digestivi, tanto che si può tranquillamente affermare che meglio sarebbe ingerire gli amidi e gli alimenti molto proteici in pasti differenziati (gli amidi a mezzogiorno e le proteine alla sera, o viceversa).

Acidità di stomaco, digestioni lunghe e difficili, eruttazioni, fermentazioni intestinali, pesantezza: sono solo alcuni disturbi originati da una cattiva combinazione degli alimenti. Senza considerare altri possibili disturbi anche più gravi che possono essere correlati con la cattiva impostazione della nostra alimentazione.

Esistono infine altre considerazioni che potrebbero essere fatte a proposito della sconvenienza di un’alimentazione che ricorra a prodotti derivati dalla macellazione di animali.

Le ricette che seguiranno sono dunque proposte a partire dalla constatazione che è possibile cucinare egregiamente i cereali e digerirli meglio prescindendo dall’uso di prodotti derivati dalla macellazione di animali e limitando anche i prodotti di origine animale. Provare per credere!





mercoledì 11 maggio 2011

CROMOTERAPIA - L'IMPORTANZA DEI COLORI NELLA NOSTRA VITA


Avete notato quanto i colori influenzino, molto spesso inconsapevolmente, le nostre azioni, decisioni, il nostro umore, le nostre scelte?  
Entrare in una stanza dipinta di un colore scuro quando siamo particolarmente felici, ci opprime e condiziona fino ad appesantirci e a mutare il nostro stato d'animo se permaniamo nella stanza troppo tempo. Oppure se siamo particolarmente tesi una stanza che ha come colore principale il rosso ci condurrà ad aumentare il nostro senso di ansia, nervosismo, apparentemente senza motivo.
I colori hanno un grosso impatto sull'emotivo.
Quando ci svegliamo la mattina, molto spesso ciò che scegliamo di indossare non è a caso. Ovviamente coloro che sono costretti ad indossare un abito che svolge il ruolo di “divisa” rappresentativa del ruolo che si va a svolgere, molto spesso non possono seguire il proprio sentire in merito ai colori da indossare, ma lo faranno sicuramente appena avranno il proprio tempo libero dal lavoro e dal dovere di indossare il solito abito scuro, o la divisa imposta dall'azienda per cui lavorano.
Anche il modo in cui vengono presentati i cibi nelle vetrine frigo espositive dei ristoranti, delle mense, dei bar, incide profondamente sulle nostre scelte alimentari. Così come la presentazione dei piatti serviti da un ristorante, inciderà sul nostro parere finale sul valore, gusto e piacevolezza della pietanza che contiene.
Scegliere le lenzuola di un colore piuttosto che un altro, favorirà il nostro riposo o lo renderà meno ristoratore di quanto ci sia necessario.
Peccato che tutto questo avvenga troppo spesso in maniera inconsapevole.
Se ne conoscessimo l'importanza e sapessimo come utilizzare il potere dei colori sulla nostra vita e sul nostro benessere, forse vivremmo più sereni e otterremo dei grandi benefici con pochissimo sforzo. Per questo esistono studi e testi da cui si possono trarre interessanti indicazioni, informazioni da applicare nella nostra quotidianità, per rendere il nostro luogo di lavoro, in cui passiamo la maggior parte del tempo, per esempio, più accogliente e più produttivo, la nostra casa maggiormente rigenerante, il nostro aspetto maggiormente in sintonia con il nostro stato d'animo quando è positivo oppure, migliorarlo quando parte invece da un atteggiamento emotivamente negativo.
Monia di recente mi ha prestato un testo molto interessante dal quale sono tratte le informazioni che troverete di seguito, sperando possano essere utili anche a voi, come lo sono state a me.
La prima parte sarà relativa ai colori e l'abbigliamento.
Buona Lettura!
CROMOTERAPIA
Da “Iniziazione alla Cromoterapia – la nuova scienza dei colori per il benessere e la serenità” di Osvaldo Ponzilli edito da Iniziazione Mediterranee
" COLORI E ABBIGLIAMENTO "
" Così come è importante l'ambiente in cui viviamo, per la presenza di colori e luci, allo stesso modo l'abbigliamento riflette il temperamento e il modo di essere individuale. Attraverso quest'ultimo, inoltre, è possibile pensare ad un'azione terapeutica di riequilibrio che l'indumento può effettuare attraverso la percezione visiva del colore e la penetrazione di quest'ultimo a livello corporeo, tramite il medium della luce. E' evidente che ancora prima di parlare di colori nell'abbigliamento, è fondamentale usare materiali naturali e assolutamente non sintetici, essendo questi ultimi impermeabili o semi impermeabili alle energie elettromagnetiche che ci circondano, oltre a produrre cariche elettriche statiche.
Esaminiamo ora i vari colori ( meglio se nelle sfumature pastello )
ROSSO
Denota un temperamento a volte aggressivo, anche se ,mascherato ( aggressività repressa). Esso potrebbe essere anche un compenso a una timidezza o a un profondo senso di inadeguatezza. Chi si veste di rosso si fa senza dubbio notare! Questo colore può essere legato anche ad aggressività o incontinenza sessuale. Esso può celare delle profonde paure.  Dal punto di vista terapeutico è indicato  nei problemi di stasi circolatoria con freddolosità, geloni, orzaioli. Utilissimo l'uso dei calzini e guanti rossi per migliorare la circolazione periferica. Questo colore andrebbe fatto indossare alle persone asteniche, indolenti, lente, di poche iniziative.
Nell'impotenza maschile è utilissimo indossare slip o costumi da bagno rossi. Non andrebbe consigliato a chi si deve dedicare ad attività spirituale o di studio. Nella timidezza e nell'introversione può aiutare notevolmente a liberare i propri blocchi di aggressività e sessualità. E' il colore del temperamento collerico, che viene equilibrato dal blu”.... “Quando si propone una terapia cromatica per il tramite dell'abbigliamento, è fondamentale procedere sempre per gradi: facendo indossare prima degli indumenti intimi del colore necessario, poi degli accessori come fazzoletti e similari per ampliare sempre più la superficie cromatica a contatto con la pelle o con la vista: questo per evitare dei fenomeni di blocco di ricezione del colore che possono protare al suo rifiuto.
( Fiori di Bach, corrispondenti a stati d'animo negativi, in cui questo colore è indicato: Aspen, Clematis. Elm, Mustard, Olive.)
ARANCIONE
Chi lo indossa esprime gioia e affermazione del suo Io, buonumore e predisposizione all'attività e all'altruismo, andrebbe consigliato ai reumatici che hanno risentimento e blocco della loro energia nel dare. E' ottimo anche come attivatore intestinale, poiché dinamizza la peristalsi. Donne che hanno difficoltà a concepire per problemi pscioemozionali potranno trarre dei vantaggi dall'utilizzo di slip color arancio o dal porre nello slip un tessuto arancione naturale che copra la cute sovrastante utero e ovaie. Non dimentichiamo che l'energia elettromagnetica dell'arancione è sulla stessa frequenza vibratoria della doppia spirale del DNA, e in effetti in natura molte specie hanno il loro maximum riproduttivo sotto l'influenza di questa frequenza d'onda.
(Fiori di Bach, corrispondenti a stati d'animo negativi, in cui questo colore è indicato: Agrimony, Cerato, Chicory, Willow, Water Violet, Heather, Holly, Honeysucle, Pine.)
GIALLO
Chi indossa abitualmente il giallo si sente bene con se stesso: è questo infatti un colore associato al senso di identità, all'Io, all'estroversione e all'entusiasmo. Denota sempre una forte personalità. Il suo utilizzo, stimola la razionalità e il cervello sinistro; stimola l'estroversione, migliora le funzioni gastro-enteriche e tonifica il sistema linfatico. E' quindi indispensabile in caso di stasi linfatica. E' il colore del temperamento sanguigno, che viene equilibrato dal verde.
(Fiori di Bach, corrispondenti a stati d'animo negativi, in cui questo colore è indicato : Centaury, Hornbem, Mimulus, Wild Oat, Wild Rose)
VERDE
E' il colore dell'equilibrio energetico, poiché in esso coesistono le energie del giallo (centrifugo) e del blu (centripeto). Chi indossa il verde cerca l'equilibrio e la riflessione. E' utile per produrre effetto rilassante e rinfrescante. L'uso dipende molto dalle proporzioni del blu e del giallo; infatti se prevale il blu parleremo di verde freddo, e al contrario se compare il giallo si tratta di verde caldo. Per questo colore è fondamentale quindi guardare la sfumatura di verde in esame: il verde mela, ad esempio, è notevole per rilassare e sedare, e può essere utilizzato per soggetti che soffrono di emicrania o di insonnia, dovuta al non riuscire a fermare la mente in cui si affolano pensieri, quasi in maniera ossessiva o ciclica. E' il colore del temperamento melancolico, che viene equilibrato dal giallo.
(Fiori di Bach, corrispondenti a stati d'animo negativi, in cui questo colore è indicato: Cherry Plum, Impatiens, Red Chestnut, Star of Bethlem, Vervein, White Chestnut)
BLU CHIARO
Le persone che vestono di blu tendono all'introversione e a una certa chiusura rispetto al mondo esterno, amano la famiglia e la tranquillità. Sarebbe importante introdurre nel loro abbigliamento dei colori caldi per favorire l'estroversione e l'entusiasmo e per farli divenire più pratici. E' il colore del temperamento flemmatico, che viene equilibrato dal rosso.
(Fiori di Bach, corrispondenti a stati d'animo negativi, in cui questo colore è indicato: Gorse, Oak, Olive, Rock Rose, Sweet Chestnut)
BLU SCURO (INDACO)
Adatto a persone particolarmente tese e nervose. E' indossato da persone riservate e molto chiuse che vogliono vivere nel loro mondo, desiderano stabilità e raramente sono disposte a mettersi in gioco e a ridiscutere i loro parametri interni. Anche questi soggetti avrebbero bisogno di colori caldi introdotti gradualmente nell'abbigliamento, eventualemnte iniziando dalla biancheria intima.
(Fiori di Bach, corrispondenti a stati d'animo negativi, in cui questo colore è indicato: Gentian, Larch, Sclerantus, White Chestnut)
VIOLA
Le tonalità più chiare esprimono sensualità, le più scure spiritualità. In effetti in esso sono racchiusi i due estremi della scala cromatica, il rosso e il blu: è questa la sua ambivalenza tra sacro e profano, tra alto e basso. Questo colore è fortemente controindicato nelle depressioni.
(Fiori di Bach, corrispondenti a stati d'animo negativi, in cui questo colore è indicato: Rock Water, Star of Bethlem, Sweet Chestnut, Walnut)
NERO
Esprime la totale assenza di colore. E' molto elegante e snellisce la figura. Può essere tranquillamente usato la sera, mentre andrebbe evitato di giorno, poiché blocca la penetrazione cutanea delle radiazioni elettromagnetiche dei colori e i nostri scambi con l'esterno. Per questa ragione è usato dalle persone a lutto, che hanno bisogno di isolarsi e di non farsi assorbire energia. E' un colore che tende a devitalizzare fisicamente e psichicamente e quindi andrebbe usato il meno possibile soprattutto nella biancheria intima. Le donne tendono ad usarlo di frequente negli slip e nelle calze, con effetto a volte molto sexy, ma con la contropartita di raffreddare la loro sessualità e di danneggiare, a lungo andare, la sfera riproduttiva. Spesso si tratta di donne che vogliono restare misteriose, perchè non sono ancora sicure della propria personalità. Rafforza i colori ai quali è accostato, esalta il rosso, simboleggiando la forza e il potere; con il giallo esalta il potere intellettuale e con il rosa il potere sociale. Chi tende alla depressione dovrebbe evitare questo colore e introdurre tonalità calde e vitali come l'arancione.
BIANCO
Rivitalizza con le tonalità dello spettro tutto l'organismo. E' un colore fresco, solare, luminoso che apporta energia e vigore a tutte le cellule. Ottimo per persone che hanno bisogno di rigenerarsi e uscire da una troppo forte chiusura interiore.

GRIGIO
Le persone che indossano questo colore pongono una barriera tra sé e gli altri, tanto che a volte, sembrano inavvicinabili. Era il colore degli educatori e delle autorità che volevano mettere un chiaro distacco con il “volgo”.
In definitiva l'abbigliamento può, da un lato, darci il quadro d'insieme della psicologia individuale e, dall'altro suggerirci delle modifiche a fini terapeutici e olistici; così utilizzeremo i rosa, i gialli e i verdi caldi per i depressi, i blu e i viola per gli iperattivi, e i rossi e gli arancioni per fornire carica energetica agli astenici.
Interessante è anche saper ben accoppiare i colori tra di loro. Per esempio, l'unione del fondamentale con il suo complementare può essere sgradevole e antiterapeutica in certi casi, ma tutto dipende dalle gradazioni dei colori e soprattutto dalle loro tonalità.
Fatta eccezione per l'unione giallo-viola, che difficilmente genera onde armoniche, le altre coppie possono essere ben accettate in certe tonalità, così il verde e il rosso, al massimo della loro saturazione cromatica, sono tra di loro in competizione, per il senso di quiete del primo, in contrasto al movimento insito nel secondo.
Tutt'altro effetto si ha con un rosso, ammorbidito dal bianco che prende tonalità di rosa, accoppiato con un verde scuro.
Anche l'arancione e il blu, al loro massimo grado di saturazione, danno delle vibrazioni troppo intense, e quindi irritanti, che potranno invece armonizzarsi se , invece dell'arancione puro, si accoppia al blu un rosso aranciato.
Gli accoppiamenti di colore nell'abbigliamento dipendono quindi molto dalle sfumature, dalle tonalità, dalle loro luminescenze e da tanti piccoli particolari che i grandi stilisti e maghi della moda sanno mirabilmente far emergere.
Il mondo della moda influenza la scelta dei colori che indossiamo nelle varie stagioni: logicamente i colori invernali devono essere più scuri e meno luminosi di quelli primaverili ma non dobbiamo dimenticare la simbologia del colore e l'effetto esercitato su di noi. Fino ad alcuni anni fa i tre colori più usati nel mondo della moda erano il nero, il marrone e il grigio; fortunatamente le tendenze si stanno profondamente modificando.......”

martedì 10 maggio 2011

COME USARE GLI OLI ESSENZIALI IN CUCINA

Quello che segue è un articolo che ho pubblicata poco tempo fa sull'altro mio blog afrugiada.blogspot.com, all'interno del quale ho creato , essendo nato prima, un settore dedicato alla cucina. Mi sono consultata con Monia e anche lei condivide il fatto che possa essere interessante scoprire come utilizzare gli Oli Essenziali in Cucina.
Così eccolo qua!
Buona lettura!

AROMATERAPIA - OLI ESSENZIALI IN CUCINA


Oggi sistemando la mia affollatissima libreria ho ritrovato un libro che 
avevo dimenticato di possedere.
Sto parlando della “GUIDA COMPLETA ALL'AROMATERAPIA – Guarire con le essenze e 
i profumi” di VALERIE ANN WORWOOD , edito da Macro Edizioni.

C'è una delle parti del libro che credo possa essere interessante trasferirvi dato che, 
ai più, è sconosciuto l'uso molteplice di questi preziosi doni della natura.

Così ecco qua la parte dedicata ALL'UTILIZZO DEGLI OLI ESSENZIALI IN CUCINA.

Lo sapevate che.....
“ Gli oli essenziali naturali possono essere utilizzati in così tanti modi in cucina che non si
sa da dove cominciare. Infatti , non vi è piatto il cui gusto non sia intensificato 
dall'aggiunta di oli essenziali e non vi è limite al numero di nuove possibilità che essi offrono
per la delizia culinaria: usarli è anche molto facile. Una bistecca al pepe si trasforma in 
una festa gastronomica mescolando una goccia di olio essenziale di limone con il pepe 
prima di spargerlo sulla bistecca. Un gelato alla vaniglia può trasformarsi in una 
fantasia delicatissima spruzzandolo con qualsiasi tipo di olio essenziale; prova lo zenzero, 
la mente o la rosa.

Poichè gli oli essenziali che intensificano gusto e aroma sono largamente utilizzati 
nell'industria alimentare, di questo fatto si vantano gli inserzionisti che proclamano che
“vere essenze di frutta” o “vero olio di...” sono inclusi nel prodotto. Essi sanno, forse più 
di noi, che i moderni metodi industriali di produzione su larga scala privano gli ingredienti di
molta della loro forza naturale. Gli oli essenziali vengono usati per sostituire la natura 
estromessa dalla tecnologia. Nello stesso modo l'industria alimentare usa gli oli 
essenziali per inventare prodotti totalmente nuovi, come la gomma da masticare alla menta 
verde, le caramelle alla menta piperita o le arance al cioccolato. Se hai uno stampo per 
fare gli spicchi, potresti anche tu usare l'olio essenziale di arancia per fare arance al 
cioccolato; o che ne pensi di un limone, una limetta, un pompelmo, un mandarino o un 
tangerine di cioccolato? Quando usi gli oli essenziali in cucina non c'è limite ai sapori 
interessanti che puoi creare.

Gli oli essenziali per la cucina rientrano in quattro 
categorie principali : erbe aromatiche, spezie, agrumi e fiori.
Essi possono essere usati nelle minestre e negli antipasti, 
nelle marinate e nelle salse, con piatti di carne , 
con pesce e verdure, nei condimenti per l'insalata e nel 
pane, nei biscotti , nelle torte, nei dessert e in pasticceria.
Gli oli essenziali ottenuti dalle erbe aromatiche danno un 
delizioso contributo agli sformati, sia usati nel ripieno 
prima di cuocerlo, sia semplicemente aggiunti nella pentola.
Sono essenze molto forti, perciò fai attenzione a non sopraffare il gusto del tuo
piatto. Per intensificare il sapore delle verdure fritte è sufficiente una goccia 
appena di olio essenziale. Aggiunto all'impasto del pane, queste essenze fanno 
meraviglie; prova il pane alla salvia o al rosmarino.

Gli oli essenziali di agrumi possono essere utilizzati nei condimenti per l'insalata, nelle 
marinate, nelle salse e nei dessert. Funzionano anche molto bene sia con il pesce che 
con il pollame; aggiunto a una marinata di vino, il limone dà alla carne di manzo un 
sapore eccellente. Il burro al limone funziona a meraviglia con verdure e pesce, dando 
al cibo un tocco speciale ; a proposito di burro, usa il burro allo zenzero sui fagiolini o 
sui piselli, devi provarlo per credere quanto sia buono! La purezza e la delicatezza 
del sapore ottenuto con gli oli essenziali, è tuttavia solo uno dei loro vantaggi. 
Essi aiutano la digestione della carne e nonostante il loro valore nutrizionale sia sconosciuto,
 sono prodotti naturali potenti e puri, che contengono vitamine, sostanze nutrienti e 
oligoelementi. Gli oli essenziali forniscono anche una cura preventiva naturale grazie 
alla loro attività antibiotica e farmacologica in genere. E non dimentichiamo l'aspetto 
psicologico: preparati un soufflè con olio di geranio per tirarti su di morale; le foglie 
di geranio sono state usate in cucina per centinaia di anni e oltre a darti sollievo questo 
delicato soufflè ha un gusto sensazionale.

Non meno importante, tra i vantaggi degli oli essenziali, è il fatto che essi sono molto 
economici da usare. Poche gocce di olio essenziale di limone costano meno dei limoni 
interi e danno ugualmente un buon sapore; usando l'olio essenziale puoi fare una salsa 
di cioccolato all'arancio per il gelato che risulterà molto più gustosa di quella ottenuta dal 
frutto. E dato che avrai già probabilmente, molti oli essenziali in casa, puoi provare
nuove idee culinarie sena affrontare ulteriori costi. Non usare mai troppo olio essenziale, 
lo scopo è di valorizzare l'aroma naturale del cibo genuino o di dar sapore a 
insipidi cibi confezionati. Mira ad aumentare delicatamente il sapore.

Tutto quello a cui aspiro in questo capitolo è darti qualche suggerimento per far sì che tu 
inizi a cucinare con gli oli essenziali. Ti verranno nuove idee dato che, ad esempio, la 
ricetta base della maionese può essere trasformata facilmente per realizzare innumerevoli 
varianti di salse, guarnizioni o condimento.”

Quindi, dopo questa splendida e frizzante introduzione e spiegazione generica sull'utilizzo 
degli OLI ESSENZIALI IN CUCINA, vi lasciamo con un assaggio di ricette vere e proprie
in cui potrete sbizzarrirvi e sperimentare le varie possibilità . Nei prossimi giorni 
ne pubblicheremo altre. 
Per il resto, per il momento, utilizzate la vostra fantasia, il vostro estro e il vostro intuito!
Buon divertimento!

LE SALSE

MAIONESE : RICETTA BASE

1 tuorlo d'uovo
½ cucchiaio di mostarda di digione
¼ cucchiaino di sale
¼ cucchiaino di pepe nero macinato
1 cucchiaio da tè di aceto di vino
circa 100 ml di olio d'oliva o girasole o sesamo

Metti il tuorlo in una ciotola e aggiungi tutti gli ingredienti, tranne l'olio.

Mescola e poi inizia a versare l'olio goccia a goccia, molto lentamente, mescolando il 
composto continuamente con l'altra mano.Usa una forchetta o una frusta, con delicatezza e 
sempre nella stessa direzione. La quantità di olio da usare dipenderà dalla grandezza 
dell'uovo e dalla temperatura; continua ad aggiungerlo molto lentamente sino a che la 
salsa abbia la consistenza desiderata. Il tipo di olio vegetale che userai dipenderà dal 
sapore che vuoi ottenere.


SALSA ALL'AGLIO E LIMETTA

4 cucchiai di maionese
2 spicchi d'aglio schiacciati
4 gocce di olio essenziale di limetta

Pesta l'aglio su un tagliere e aggiungi le gocce di limetta, poi amalgama bene con la 
maionese.

SALSA AL POMODORO E LIMONE

4 cucchiai di maionese
1 cucchiaino di passata di pomodoro
4 gocce di olio essenziale di limone

Sbatti la maionese con la passata di pomodoro sino a farla diventare di un rosa aranciato.
Unisci il limone e mescola bene.
Per rendere la salsa più piccante, aggiungi peperoncino e pepe nero macinato fresco.

SALSA AL FINOCCHIO

4 cucchiai di maionese
2 gocce di olio essenziale di finocchio

Mescola bene. Questa è una salsa eccellente per tutti i tipi di pesce, ma specialmente 
per i pesci oleosi, come le aringhe. La salsa può essere facilmente adattata per un 
patè di finocchio e pesce, mescolandolo con qualsiasi pesce sminuzzato e capperi tritati. 
Guarnisci e servi con fette di pane integrale tostate.